Gli eventi climatici straordinari, come l’alluvione che ha colpito recentemente Valencia o quella di Bologna di qualche settimana fa, stanno diventando sempre più frequenti in tutto il mondo e anche nel nostro territorio. Le piogge intense, gli smottamenti e le frane sono ormai una minaccia concreta per le nostre città, i raccolti e l’economia, senza contare i rischi diretti per la sicurezza delle persone.
Di articoli che analizzano le cause e gli effetti di quanto avvenuto a Valencia è pieno internet e quindi non ci soffermeremo sulla descrizione del fenomeno atmosferico chiamato Dana, bensì analizzeremo quali politiche territoriali sono state adottate negli ultimi anni nel nostro paese e quali sono gli accorgimenti progettuali che possono migliorare il deflusso ed il riutilizzo delle acque piovane.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento è fondamentale precisare che unitamente alle politiche di gestione del territorio deve andare di pari passo una politica di riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Pur non essendo l'unica causa del cambiamento climatico, la CO₂ contribuisce all’aumento delle temperature globali, che a loro volta intensificano e rendono più frequenti questi fenomeni estremi.
Indice:
1.Il quadro normativo
Solitamente è la parte più noiosa, quindi cercherò di essere il più sintetico possibile. Quello che mi preme far capire è che negli ultimi decenni c’è stata una sensibilizzazione sul tema della gestione delle acque e sulla protezione dell’ambiente, prima a livello europeo, poi a livello nazionale per poi entrare nello specifico a livello regionale e comunale. Negli ultimi anni, come vedremo, diversi strumenti urbanistici sono stati dotati di norme e regolamenti specifici per la regimentazione delle acque, ed il riutilizzo delle acque meteoriche. Lavorando principalmente a Milano ho concentrato la mia analisi sulle direttive e leggi qui vigenti.
In questi giorni mi sono concentrato nella ricerca della migliore piattaforma per ottenere render architettonici di esterni. I siti testati sono stati i seguenti, molti sono gratuiti:
Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE, recepita in Italia con il D.Lgs. n. 153 del 3 aprile 2006, “Norme in materia ambientale”.
Direttiva 2008/105/CE “Standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque”, recepita in Italia con D.Lgs. n. 219 del 10 dicembre 2010
L.R. 12/2005 e successive modifiche. Norme di governo del territorio lombardo.
L.R. 7/2017 che introduce il principio sull’invarianza idraulica e idrogeologica, l’ultima modifica con L.R. 26 novembre 2019, n.18. Vedremo in seguito il principio di invarianza idraulica e come perseguirlo.
L.R. 31/2014 e la limitazione del consumo di suolo
Piano di Governo del Territorio (PGT), approvato il 14 ottobre 2019 dal Consiglio Comunale.
2. L’invarianza idraulica e la gestione delle acque superficiali
Entrando un po’ più nel dettaglio, specialmente nelle leggi regionali sopracitate, l’obiettivo è quello di arrivare ad una corretta gestione delle acque superficiali, favorendo la infiltrazione dell’acqua nel terreno, il riuso e la laminazione, in modo da non sovraccaricare i ricettori (fiumi, laghi ecc.) durante e immediatamente dopo l’evento meteorico, perseguendo l’invarianza idraulica, ovvero il principio secondo il quale i volumi di deflusso e la portata al colmo di piena risultante dal drenaggio di un’area debba rimanere invariata prima e dopo la trasformazione dell’uso del suolo avvenuto nell’area stessa, facendo riferimento alla condizione pre-urbanizzazione.
In questo modo, durante un evento meteorico intenso l’acqua che non viene assorbita dal terreno per infiltrazione viene in parte immagazzinata in quelli che possono essere definiti ammortizzatori idrici, che in primo luogo accumulano acqua piovana per poi restituirla gradualmente al terreno per infiltrazione o per immissione nei recettori finali.
Ovviamente il sistema, per funzionare correttamente, unitamente a politiche contro il consumo di territorio, presuppone una corretta manutenzione delle opere di drenaggio e dei recettori finali, dei fiumi, dei greti, degli argini ecc. L’usanza di interrare i corsi d’acqua nei centri urbani, comune nel secolo scorso, ha purtroppo ridotto la capacità di deflusso, aumentando il rischio di allagamenti.
3. I sistemi di drenaggio
Le soluzioni per il drenaggio urbano si possono suddividere in tre categorie principali:
1. Riutilizzo: sistemi di accumulo di acqua piovana tramite cisterne, che può essere riutilizzata successivamente all’evento meteorico per uso domestico, irrigazione, ecc. Le cisterne sono dotate di tubazioni di troppo pieno che restituiscono per infiltrazione l’acqua eccedente nel terreno, dopo averla filtrata eliminando gli elementi inquinanti.
2. Infiltrazione: soluzioni che mirano a migliorare e potenziare la capacità di assorbimento dell’acqua da parte del terreno, anche convogliando le acque in zone appositamente depresse e permeabili. Il deflusso avverrà appunto per infiltrazione ed evaporazione. La depurazione delle acque avviene tramite la filtrazione nel terreno. Questi sistemi contribuiscono a ricaricare le falde acquifere. Fanno parte di questi sistemi i bacini di bioritenzione, i pozzi perdenti e in generale i suoli liberi. Ci sono numerose soluzioni per rendere permeabili anche le zone riservate al posteggio auto tramite grigliati in calcestruzzo o plastici inerbiti.
3. Laminazione: sistemi nei quali le acque reflue vengono temporaneamente raccolte e rilasciate gradualmente nel sistema di drenaggio a valle dell’impianto o infiltrate nel terreno. Lo scarico in uscita deve essere regolato, tramite elettropompe sommergibili collocate all’interno delle vasche. Nel Comune di Milano può essere al massimo pari a 10 l/s per ettaro di superficie impermeabile oggetto dell’intervento. Questi sistemi, avendo un rilascio graduale dell’acqua raccolta, contribuiscono a ridurre il pericolo delle ondate di piena. Di seguito alcuni esempi: vasche e i bacini di laminazione, rinaturalizzazioni fluviali, aree allagabili, stagni di ritenuta.
Per approfondire l’argomento rimando alle linee guida alla progettazione e manutenzione dei sistemi di drenaggio redatte dal Comune di Milano in collaborazione con MM: Linee guida alla progettazione e manutenzione dei sistemi di drenaggio urbani.
4. Come capire se un intervento è soggetto alle misure di invarianza idraulica e idrologica?
Per la regione Lombardia, le indicazioni sono contenute nell’art. 3 del Regolamento regionale 23 novembre 2017, n. 7 e successive modifiche. Riassumendo rimanda l’obbligo di ottemperare alle misure di cui all’oggetto per gli interventi edilizi di cui al D.P.R. n. 380 del 6 giungo 2001. Ne cito di seguito alcuni:
nuove costruzioni, compresi gli ampliamenti;
demolizione, totale o parziale fino al piano terra, e ricostruzione;
ristrutturazione urbanistica comportanti un ampliamento della superficie edificata o una variazione della permeabilità rispetto alla condizione preesistente all’urbanizzazione.
Per la lista completa rimando alla legge regionale sopracitata: Banca dati del Consiglio Regionale della Lombardia
5. Conclusioni
E’ un tema delicato ed è davvero difficile lasciarsi andare con considerazioni personali perciò cercherò di constatare i fatti per quelli che sono. A fronte di una situazione di emergenza climatica sempre più grave, finalmente ci stiamo attrezzando a livello legislativo e a livello di gestione del territorio, prevedendo sistemi per contenere o ridurre, in alcuni casi, gli effetti devastanti degli eventi metereologici estremi. Sicuramente siamo in ritardo e lo dimostra quanto accaduto negli ultimi anni in tutta Italia, con alluvioni, bombe d’acqua, smottamenti, frane ecc. ma utilizzando validi strumenti potremmo risolvere almeno in parte il problema. È importante proseguire nella creazione di sistemi di drenaggio efficaci e garantire la manutenzione regolare delle infrastrutture e dei corsi d’acqua.
Restituire spazio ai fiumi e mantenere i nostri bacini in salute è un obiettivo che va oltre la tutela dell’ambiente: significa proteggere il nostro territorio e le persone che lo abitano.
Fateci sapere la vostra opinione in merito ! Ogni spunto interessante è ben accetto.
La prossima pubblicazione è programmata per giovedì 21 novembre, vi aspettiamo!
Buon lavoro!
Autore: Ing. Federico Favero
Laureato in Ingegneria edile-architettura presso l'Università di Padova, ha maturato esperienza sul campo partecipando alla Direzione Lavori di importanti commesse, alla progettazione esecutiva e concettuale di diversi progetti, sviluppando un forte interesse per i dettagli costruttivi. Dal 2020 è Professionista Antincendio.
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